La rivalità storica e unica che contraddistingue il rapporto tra Inter e Juventus non ha precedenti in Italia, lo scontro sul campo tra le due squadre, non a caso, prende il nome di “Derby d’Italia”; fino al 2006 entrambe le due formazioni potevano vantare la presenza continua in serie A e l’assenza di retrocessioni in serie “inferiori” quali la B, un ulteriore elemento di scontro tra due tifoserie facilmente infiammabili.
Le origini di una lotta
Risalire ai motivi dell’astio tra squadre e supporter richiede un salto nel passato che prendendo l’avvio dalla conflittualità tra due città industrializzate e perciò ugualmente competitive sul mercato “economico”, arrivi alla conquista di trofei e titoli da sfoggiare su maglia e striscioni.
L’antagonismo si spinge all’eccesso e degenera però nella stagione 1960/61, più precisamente il 16 aprile 1961, durante l’ennesima sfida: 10mila persone in più rispetto alla capienza prevista occuparono le tribune del Comunale, alcuni furono addirittura stipati a bordo campo ma l’arbitro, nonostante il clima surreale e il pericolo decise che si potesse giocare.
Al trentesimo la folla invase il campo decretando la fine dell’incontro con un risultato di 0-2 a tavolino in favore dei nerazzurri; proprio in questo momento accade l’impossibile, la Juve si appellò alla Caf il cui presidente era Umberto Agnelli il quale, seguendo l’interesse personale decide che la gara si sarebbe dovuta svolgere nuovamente. Rigiocata a campionato finito, con i torinesi già campioni, vide la presenza in campo della primavera dell’Inter, mandata allo sbaraglio da un indignato presidente Moratti; prevedibile il risultato: Juve 9, Inter 1.
Da quel momento ogni gara fu vissuta con sospetto: liti, frasi sibilline e un rancore crescente tra due tifoserie pronte a darsi battaglia fuori dal campo.
Ogni pretesto è buono per azzuffarsi
La rivalità e il clima di sospetto furono accentuati anche da risultati relativi a scontri indiretti, come per esempio, quello del 1967 quando la Grande Inter di Herrera perse all'ultima giornata a Mantova grazie ad una “papera” del portiere nerazzurro Sarti (che l'anno dopo vestì la maglia bianconera) regalando di fatto il tricolore alla Juventus.
Ad accrescere l’astio ci furono i due 4-0 che per ben due volte, nella stessa data (11 novembre 1979 e 11 novembre 1984) a Milano l'Inter inflisse alla grande Juventus di stampo Trapattoniano, oppure, la polemica gara del 26 aprile 1998, quando a Ronaldo venne negato un rigore decisivo che “avrebbe” potuto decretare la vincita dello scudetto da parte dei neroazzurri (vinse invece la Juventus).
I litigi tra Inter e Juve continuarono per anni, accentuati poi dal caso calciopoli esploso nel 2006: Juve in B, 1 scudetto revocato, 1 riassegnato proprio all'Inter... che si dice sia la mandante delle intercettazioni.
Una lotta senza confini e senza quartieri, chi vincerà?
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